Imprevedibili avventure in un giorno di nebbia

Cosa succederebbe se domani a una nerd invisibile venisse concesso di diventare una persona popolare?

Se un virus scombinasse i file predefiniti di domani e teletrasportasse una donna trascurata e sola in un’esistenza turbolenta, a colori e con un sottofondo di musica jazz?

Sembrerebbe una storia alla Johnny Mnemonic o tipo Eternal Sunshine of the Spotless (mi rifiuto di usare l’orrido titolo italiano di quel film). Invece non c’è nulla di cibernetico, solo il caso.

Sono gli anni ’30. Miss Pettigrew per un errore vive una giornata da favola; si mischia alla vita di una soubrette, i suoi amanti, le amiche curatissime e ben vestite e assapora, oltre a del buon cibo in quantità sufficiente, la vita che aveva sempre immaginato dall’altra parte del muro e che aveva condannato e disprezzato nel buon nome della reputazione e della moralità.

Ginevra entra a piccoli passi nel disordine, nei profumi, nelle pellicce e nell’alcool, nel quale presto si scioglierà.

Dalla bambinaia di ultimo livello entrata in casa di Miss LaFosse al mattino, goffa e timida, sguscia fuori una donna sicura in grado di riprendere giovanotti muscolosi e irascibili, frequentatori di night club e labili ballerine. Non solo si integra perfettamente in poche ore. Ma diventa anche un punto di riferimento per tutti quegli individui che riteneva inavvicinabili e superiori. La loro confidente, dalla quale accettano consigli e della quale sperano di ottenere l’approvazione.

Un elogio dell’imprevedibilità ironico, fluido, a tratti amaro. Una disperazione che corre sempre sorda sul fondo, i tristi pensieri di Ms Pettigrew e il sapere dolorosamente di dover tornare al niente che è la sua vita; è questa stessa angoscia a darle l’audacia di aggrapparsi all’unica possibilità, sebbene fuori dal comune e a picco sul niente.

E prima che rispunti il giorno Ms Pettigrew avrà la sua rivincita ed una piacevole sorpresa: gli errori non sempre si pagano.

Un giorno di Gloria per Miss Pettigrew, Winifred Watson

S.A.

Questa recensione, e quelle che seguiranno nelle settimane a venire, sono, ovviamente, personalissime e magari poco obiettive. Per date, analisi, critiche, non rivolgetevi a me. Come sempre, sono responsabile di ciò che scrivo, ma non dell’uso che ne viene fatto.

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